Onorevoli Colleghi! - La Giunta riferisce su una domanda di deliberazione d'insindacabilità avanzata da Lucio BARANI, proclamato deputato per la legislatura in corso il 29 aprile 2008, in ragione di un azione civile intentata per 300 mila euro da Enrico Rossi, già assessore alla sanità della regione Toscana e oggi presidente della Giunta della stessa regione. Il processo civile pende innanzi al tribunale di Firenze.
Il dott. Rossi conviene il deputato Barani innanzi al tribunale e gli chiede i danni perché - a suo avviso - questi lo avrebbe offeso con una nutrita serie di dichiarazioni alla stampa, risalenti all'autunno del 2010. In tali dichiarazioni, raggruppate dall'atto di citazione in tre serie distinte, Lucio Barani accusa Rossi di essere stato quantomeno inerte rispetto a palesi irregolarità avutesi nella gestione della ASL di Massa e Carrara n. 1, il cui direttore generale era Antonio Delvino.
Più in particolare, il deputato Barani avrebbe accusato Enrico Rossi, su varie testate giornalistiche, di:
a) aver dolosamente occultato la perdita di bilancio verificatasi nell'ASL 1 di Massa e Carrara, perdita di cui sarebbe corresponsabile;
b) aver taciuto la medesima perdita di bilancio al fine di procedere ad assunzioni clientelari;
c) aver commissariato la ASL n. 1 di Massa e Carrara non già per la perdita di bilancio, ma per il «giro di subappalti che esiste sui 4 ospedali unici» aggiungendo il Barani «magari qualche dirigente all'interno della società che raggruppa le 4 ASL interessate si è opposto ed è stato punito».
Secondo Barani, in sostanza, Enrico Rossi conosceva (o comunque avrebbe a tutti gli effetti dovuto conoscere) la situazione di estrema opacità dei conti della ASL e avrebbe tollerato una mala gestio che poi ha portato all'accumulo di un deficit di bilancio di molti milioni di euro. Il Rossi - assessore pro tempore alla sanità - avrebbe dunque coperto le operazioni illecite compiute in quel luogo e avrebbe badato a curare i propri interessi clientelari, in special modo facendo assumere altri soggetti con concorsi mirati, come in una sorta di patto a scapito della trasparenza e dell'efficienza amministrativa. Il Rossi - secondo Barani - è stato assessore per 10 anni e quindi - anche se fosse estraneo a dirette responsabilità nel dissesto della ASL - sarebbe quantomeno biasimevole per omissione di controllo. E tutto ciò sarebbe dovuto al fatto che egli non aveva interesse a sollevare polveroni giacché un faro accesso sulla questione avrebbe pregiudicato la sua candidatura a presidente della Giunta regionale, ciò che poi effettivamente avvenne nella primavera del 2010(1).
(1) Tali dichiarazioni devono intendersi qui riportate integralmente e sono state rese a emittenti locali: il 25 ottobre 2010 a RTV 38; il 26 ottobre, 12 novembre e 11 dicembre 2010 a Tele 37; il 13 novembre 2010 a ITA 7; a mezzi della carta stampata: Toscana oggi del 17 ottobre 2010, il Corriere Fiorentino del 26 ottobre 2010, il Giornale della Toscana del 13 novembre 2010, il Tirreno del 12 e 13 novembre e del 21 dicembre 2010, Panorama del 17 febbraio 2011; all'ANSA del 3 marzo 2011, ripresa dal Tirreno del 4 marzo 2011.
Alla Giunta per le autorizzazioni è stata resa disponibile ampia documentazione. Il collegio ha altresì ascoltato il deputato Barani nella seduta del 21 marzo 2012 e ha concluso l'esame nella seduta del 4 aprile 2012. È opportuno allegare alla presente relazione i resoconti del dibattito.
In ordine alla possibile riconduzione delle frasi per cui è processo all'articolo 68, primo comma, della Costituzione si osserva che la giurisprudenza della Corte costituzionale è nel senso che - per riconoscere l'insindacabilità parlamentare - occorre che le dichiarazioni extra-moenia contestate in giudizio abbiano una corrispondenza sostanziale con pregresse affermazioni o atti parlamentari resi intra moenia.(2)
(2) V., tra le tante, sentenze nn. 10 e 11 del 2000; 347 e 348 del 2004 e, da ultimo, n. 39 del 2012.
In questa fattispecie - a parere della larga maggioranza della Giunta - tale requisito può ritenersi sostanzialmente soddisfatto.
Deve infatti essere sottolineato che il collega Barani è membro della Commissione monocamerale d'inchiesta, presieduta dall'onorevole Leoluca Orlando, sugli ERRORI IN CAMPO SANITARIO E SULLE CAUSE DEI DISAVANZI SANITARI REGIONALI SANITARI, istituita con deliberazione della Camera dei deputati del 5 novembre 2008.
Il 17 novembre 2009, la Commissione d'inchiesta ha ascoltato il dott. Rossi, in qualità sia di assessore della Regione Toscana sia di coordinatore degli assessori regionali alla sanità. In quella sede - se dapprima il dibattito è stato improntato alla correttezza e alla reciproca intesa - successivamente invece sono emerse delle marcate diversità di vedute, tanto che addirittura il collega Barani ha sostenuto di essere stato oggetto di un avvertimento mafioso. Si riferiva probabilmente a un passaggio del dott. Rossi in cui questi gli contestava di approfittare dello scudo dell'immunità parlamentare (si v. pag. 19 dell'audizione).
Inoltre, sempre nell'ambito dell'attività della Commissione d'inchiesta, la situazione della ASL di Massa e Carrara 1 è stato oggetto di una specifica relazione, approvata da ultimo il 15 febbraio 2012. In quella sede il deputato Barani ha svolto una dichiarazione di voto, depositata in atti e allegata al resoconto stenografico della citata seduta.
In precedenza, il 13 ottobre 2010, il deputato Barani aveva presentato un'interrogazione a risposta scritta (la 3585) nella quale - sebbene non facesse riferimento espresso all'assessore Rossi - sollevava il problema del deficit della ASL di Massa e Carrara, che a suo avviso si aggirava tra i 40 e 60 milioni euro, cifra considerevole per una provincia di dimensioni medio-piccole. A tale interrogazione ha risposto la sottosegretaria Martini nella seduta della Commissione affari sociali del successivo 14 ottobre. Di seguito, lo stesso onorevole Barani ha replicato.
Non vale a smentire queste osservazioni l'insieme dei documenti fatti pervenire in extremis dal dott. Rossi. I documenti inviati consistono in una relazione dell'AUTORITÀ DI VIGILANZA SUI CONTRATTI PUBBLICI - l'authority incaricata di analizzare a campione la regolarità dell'attività contrattuale delle stazioni appaltanti pubbliche - e nella copia di una nota della dottoressa De Lauretis, la quale è succeduta al dottor Delvino nella carica di direttore generale dell'ASL di Massa.
Dal primo documento si può evincere che le procedure dell'appalto per i 4 ospedali cui ha fatto sommario riferimento l'onorevole Barani nella sua audizione sarebbero regolari e che per l'edificazione del plesso ospedaliero di Massa vi sarebbero marginali ritardi dovuti a ragioni geologiche e logistiche.
Nel secondo dei documenti trasmessi, sono di rilievo alcune contestazioni contabili che il nuovo direttore generale della Asl 1 di Massa muove alle conclusioni della Commissione d'inchiesta sugli errori sanitari approvata il 15 febbraio 2012.
Appare evidente che questi documenti attengono al merito tecnico e amministrativo della disputa tra Barani e Rossi e non al tema del carattere parlamentare delle affermazioni del collega Barani ai fini dell'articolo 68 della Costituzione. Alla Giunta delle autorizzazioni non spetta di affermare chi dei due abbia ragione e se la Giunta regionale toscana abbia fatto tutto il possibile per evitare il disavanzo di gestione.
Tuttavia, specialmente il secondo documento pervenuto, laddove esso si appunta sui contenuti della relazione della Commissione d'inchiesta, non fa che confermare l'impressione che la materia in discussione sia saldamente ancorata alla discussione parlamentare e che quindi l'onorevole Barani sia in sostanza chiamato a rispondere per fatti attinenti all'esercizio della sua funzione di membro di quella Commissione.
In conclusione, è prevalso un orientamento volto a ravvisare una comunanza d'argomento tra le dichiarazioni rese alla stampa e contestate al deputato Barani e le discussioni alla Camera e dunque un chiaro radicamento parlamentare della vicenda, sia nelle attività di sindacato ispettivo sia in quelle della Commissione d'inchiesta.
È per questo che la Giunta - a maggioranza - propone che la Camera dei deputati deliberi nel senso che i fatti ascritti al deputato Barani e per cui pende la domanda risarcitoria civile concernano opinioni espresse da un parlamentare nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione.
Roberto CASSINELLI, relatore.
ALLEGATO
Roberto CASSINELLI (PdL), relatore, fa presente che è stata intentata da Enrico Rossi, già assessore alla sanità della Regione Toscana e oggi presidente della Giunta della stessa regione, un'azione civile per 300 mila euro nei confronti del collega Barani. Il dott. Rossi ha convenuto l'on. Barani, chiedendogli i danni, perché - a suo avviso - questi lo avrebbe offeso con una nutrita serie di dichiarazioni alla stampa risalenti all'autunno del 2010. In tali dichiarazioni, raggruppate dall'atto di citazione in tre serie distinte, il collega Lucio Barani accusa Rossi di essere stato quantomeno inerte rispetto a palesi irregolarità avutesi nella gestione della ASL di Massa e Carrara n. 1, il cui direttore generale era Antonio Delvino. Secondo l'on. Barani, Enrico Rossi conosceva (o comunque avrebbe a tutti gli effetti dovuto conoscere) la situazione di estrema opacità dei conti della ASL e avrebbe tollerato una mala gestio che ha poi portato all'accumulo di un deficit di bilancio di molti milioni di euro. Più in particolare, il Rossi - assessore pro tempore alla sanità - avrebbe coperto operazioni illecite di vari soggetti e avrebbe badato a curare i propri interessi clientelari, in special modo facendo assumere altri soggetti con concorsi mirati, come in una sorta di patto scellerato a scapito della trasparenza e dell'efficienza amministrativa. Il Rossi - secondo l'on. Barani - è stato assessore per dieci anni e quindi - anche se fosse estraneo a dirette responsabilità nel dissesto della ASL - sarebbe quantomeno biasimevole per omissione di controllo. E tutto ciò sarebbe dovuto al fatto che egli non aveva interesse a sollevare polveroni giacché un faro acceso sulla questione avrebbe potuto pregiudicare la sua candidatura a presidente della Giunta regionale, carica a cui poi effettivamente è stato eletto nella primavera del 2010.
Sa che ampia documentazione è a disposizione dei membri della Giunta e quindi - in attesa di ascoltare il deputato Barani - illustra quanto segue in ordine alla possibile riconduzione delle frasi per cui è in corso il processo all'articolo 68, primo comma, della Costituzione.
Ricorda che la giurisprudenza della Corte costituzionale, certamente in una visione non lassista, è nel senso che - per riconoscere l'insindacabilità parlamentare - occorre che le dichiarazioni extra moenia contestate in giudizio abbiano una corrispondenza sostanziale con pregresse affermazioni o atti parlamentari resi intra moenia. Ritiene in proposito che in questa fattispecie si possa verificare l'esistenza di questo requisito. Il collega Barani è membro della Commissione monocamerale d'inchiesta, presieduta dall'onorevole Leoluca Orlando, sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali, istituita con deliberazione della Camera dei deputati del 5 novembre 2008. Il 17 novembre 2009 la Commissione d'inchiesta ha ascoltato il dott. Rossi, in qualità sia di assessore della Regione Toscana sia di coordinatore degli assessori regionali alla sanità. In quella sede - se dapprima il dibattito era stato improntato alla correttezza e alla reciproca intesa - successivamente invece erano emerse delle marcate diversità di vedute, tanto che addirittura il collega Barani aveva sostenuto di essere stato oggetto di un avvertimento mafioso: si riferiva probabilmente ad un passaggio dell'audizione del dott. Rossi in cui questi gli contestava di approfittare dello scudo dell'immunità parlamentare (v. pag. 19 del resoconto stenografico dell'audizione). Inoltre, sempre nell'ambito dell'attività della Commissione d'inchiesta, la situazione della ASL di Massa e Carrara n. 1 è stata oggetto di una specifica relazione, approvata da ultimo il 15 febbraio 2012. In quella sede il deputato Barani ha svolto una dichiarazione di voto nella quale ha ribadito i concetti sopra esposti. In precedenza, il 13 ottobre 2010, l'on. Barani aveva presentato un'interrogazione a risposta scritta (la n. 3585) nella quale - sebbene non facesse riferimento espresso all'assessore Rossi - sollevava il problema del deficit della ASL di Massa e Carrara che, a suo avviso, si aggirava tra i 40 e 60 milioni di euro, cifra considerevole per una provincia di dimensioni medio-piccole. A tale interrogazione ha risposto la sottosegretaria Martini nella seduta della Commissione affari sociali del successivo 14 ottobre. Di seguito, lo stesso on. Barani ha replicato.
In conclusione, si riserva di avanzare una proposta: sin d'ora anticipa però un orientamento volto a ravvisare una comunanza d'argomento tra le dichiarazioni rese alla stampa e contestate al deputato Barani e le discussioni alla Camera e dunque un chiaro radicamento parlamentare della vicenda, sia nelle attività di sindacato ispettivo sia in quelle della Commissione d'inchiesta.
Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, dispone l'audizione del deputato Lucio Barani.
(Viene introdotto il deputato Barani)
Lucio BARANI (PdL), autorizzato dal Presidente, deposita un voluminoso plico di documenti e una memoria che si accinge ad illustrare. Premesso di essere membro della Commissione affari sociali della Camera e della Commissione monocamerale d'inchiesta sugli errori sanitari e sulle cause dei disavanzi regionali, chiarisce di aver reso oggetto della sua costante attività fin dal 2009 la gestione della ASL n. 1 di Massa e Carrara. In tale contesto egli ha sempre denunciato scarsa trasparenza nell'amministrazione di tale unità sanitaria con particolare riferimento all'assunzione, improntata a criteri chiaramente nepotistici, di 54 persone per fare il lavoro di una sola. Inoltre deve sottolineare l'episodio della costruzione dell'ospedale delle Apuane e della connessa fittizia bonifica di un terreno. Tutto ciò in definitiva ha condotto ad un disavanzo di bilancio della ASL di 60 milioni di euro, peraltro rilevato anche dalla Corte dei conti.
Non disconosce certamente il livello qualitativo della sanità toscana, ma deve ribadire quanto già esposto durante i lavori della predetta Commissione d'inchiesta in ordine allo specifico caso della ASL di Massa e Carrara. Di esso si è occupata anche la procura della Repubblica interessata dallo stesso Rossi e al proposito emerge chiaramente la posizione del direttore amministrativo, il quale ha confessato di aver intascato assegni circolari per circa 3 milioni di euro, commettendo così un chiaro peculato. Tutte queste circostanze furono sostanzialmente occultate dall'allora assessore Rossi perché questi intendeva presentarsi come candidato presidente della Giunta regionale. Molto più funzionale a tale disegno sarebbe stato (ed è effettivamente stato) far emergere questa situazione soltanto nell'anno successivo, ad elezioni amministrative concluse. A suo avviso, però, il «buco» di bilancio - che oggi si può quantificare in 300 milioni di euro - poteva già essere messo in evidenza sin dagli inizi del 2009. Per questo risulta anomala la rimozione del direttore generale Delvino, rispetto alla quale si rivelano significative le considerazioni del giudice del lavoro Lama il quale, in un primo tempo, lo ha reintegrato.
Ribadito che tutte le sue affermazioni sono sostenute e documentate da ampi riscontri contabili e amministrativi, rimarca di aver svolto una critica politica a quella specifica gestione sanitaria. È quindi sorpreso dell'iniziativa giudiziaria del presidente Rossi che, invece, lo dovrebbe ringraziare per aver fatto luce su aspetti opachi. Grazie a tali iniziative di denuncia e critica politica, ad esempio, la Regione ha risparmiato sul prezzo di acquisto del terreno da bonificare cui poc'anzi ha fatto riferimento. Che tutto l'argomento meriti ulteriore approfondimento è attestato anche da una dichiarazione a stampa, che ha allegato alla sua memoria, dell'on. Leoluca Orlando che paventa infiltrazioni mafiose nell'area degli appalti in Toscana, le cui procedure, a suo avviso, spesso risultano illegittime.
Roberto CASSINELLI (PdL), relatore, nel ringraziare il collega Barani dell'ampia esposizione, osserva che il merito specifico del contendere tra lui e il presidente Rossi non riguarda la Giunta per le autorizzazioni, dovendosi questa limitare a verificare la sussistenza del nesso funzionale. Da questo punto di vista, lo ritiene esistente giacché fin dal 2008 il deputato Barani si interessa della vicenda in Parlamento.
Luca Rodolfo PAOLINI (LNP) domanda chi difenda Rossi, se l'avvocatura regionale o un avvocato del libero foro. Chiede inoltre se in giudizio sia stata già eccepita l'insindacabilità.
Francesco Paolo SISTO (PdL) domanda che lavoro egli faccia.
Armando DIONISI (UdCpTP) domanda se vi siano atti parlamentari specifici pregressi rispetto alle dichiarazioni a stampa.
Vincenzo D'ANNA (PT) gli domanda se sappia che - in realtà - il deficit regionale sanitario toscano sarebbe pari a 800 milioni e se condivida il giudizio per cui per ripianare questi debiti occorra tutto sommato accentrare la gestione sanitaria in sede statale.
Marilena SAMPERI (PD) gli domanda se vi siano specifici passaggi del dibattito in Commissione d'inchiesta (e, in particolare, in sede di audizione dell'allora assessore Rossi) nei quali egli abbia sostenuto che Rossi avrebbe reso false dichiarazioni in sede ufficiale per procedere ad assunzioni clientelari e che il commissariamento della ASL da lui disposto fosse motivato, non dalla necessità di rimediare al disavanzo, bensì da quella di gestire più direttamente un giro opaco di subappalti. A parte le considerazioni di contesto, è infatti di questi specifici addebiti, mossi sulla stampa dal collega Barani al presidente Rossi, di cui quest'ultimo si duole.
Lucio BARANI (PdL), rispondendo ai colleghi Dionisi e Samperi, precisa che i contenuti delle sue dichiarazioni alla stampa si ritrovano in atti di sindacato ispettivo o agli atti della Commissione d'inchiesta. Egli ha sempre inteso criticare e contestare il sistema di gestione della ASL e non ha mai fatto il nome di Enrico Rossi, altrimenti avrebbe indirizzato sul piano personale quella che ha sempre inteso come una battaglia politica e di servizio al suo territorio. In proposito, rammenta di essere stato sindaco di Aulla per molti anni e di aver fatto parte della Conferenza dei sindaci che esprimeva pareri anche sulla materia sanitaria. Al collega Sisto risponde di essere un medico, dipendente della ASL n. 1 di Massa e Carrara dal 1989 e di essersi occupato in passato di igiene e medicina legale. Concorda con l'osservazione del collega D'Anna e precisa che anzi il disavanzo sanitario della Regione Toscana attualmente ammonta a un miliardo di euro. Da ultimo, al collega Paolini risponde che non risultano agli atti della Giunta regionale delibere di conferimento di mandato ad avvocati per conto della Regione, sicché deduce che lo studio che difende Rossi lo faccia per il Rossi medesimo a titolo privato. In giudizio ha certamente eccepito l'insindacabilità anche per tentare di sottrarsi a questa e ad altre azioni civili che sono state contro di lui intentate a motivo della sua attività parlamentare.
Dopo che Luca Rodolfo PAOLINI (LNP), a proposito dell'ultima considerazione che ha ascoltato, gli ha domandato se egli si senta intimidito dalle azioni risarcitorie contro di lui intentate in ragione della sua attività parlamentare, Lucio BARANI (PdL) conferma di sentirsi indebitamente attaccato per la sua incessante attività di denuncia politico-parlamentare in ambito sanitario.
(Il deputato Barani si allontana dall'aula)
Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, considerata anche la necessità di consultare la documentazione depositata dal collega Barani, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, nel dare la parola al relatore, fa presente che nel fascicolo di seduta è stata inserita nuova documentazione fatta pervenire dal dottor Enrico Rossi.
La Giunta prende atto.
Roberto CASSINELLI (PdL), relatore, ribadisce la sua proposta nel senso dell'insindacabilità.
Federico PALOMBA (IdV) ritiene che solo una parte delle dichiarazioni extra moenia fatte dal deputato Barani abbiano una corrispondenza sostanziale con pregressi interventi intra moenia. Non è questa l'occasione, quindi, nella quale egli si discosterà dai criteri da lui sempre osservati in ordine al rispetto dei requisiti fissati dalla Corte costituzionale. Voterà dunque contro la proposta del relatore e chiede che il suo intervento sia integralmente pubblicato in allegato al resoconto dell'odierna seduta.
Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, lo consente.
Armando DIONISI (UdCpTP) voterà a favore della proposta del relatore anche in virtù della valutazione per cui se, in casi simili a quello oggi considerato, si negasse la copertura dell'insindacabilità tutti i deputati avrebbero remore a esprimere la propria opinione fuori dalle sedi parlamentari.
Giuseppe CONSOLO (FLpTP) si associa alle considerazioni dell'on. Dionisi, trattandosi, a suo avviso, di un caso scolastico di insindacabilità parlamentare.
Fulvio FOLLEGOT (LNP) voterà per l'insindacabilità, ritenendo non percorribili diverse strade.
Marilena SAMPERI (PD) preannunzia l'astensione del suo gruppo in ragione di un panorama assai ambiguo entro cui la vicenda in questione è collocata. È ben vero che il deputato Barani ha partecipato attivamente alle procedure della Commissione d'inchiesta sugli errori sanitari, ma i contenuti lesivi dell'onore del dottor Rossi non sono interamente rintracciabili negli interventi ivi svolti. Richiamata inoltre la diversità tra i contenuti dell'interrogazione parlamentare depositata nell'ottobre 2010 e le domande rivolte al dottor Rossi nel novembre 2009 durante l'audizione presso la predetta Commissione d'inchiesta, osserva che anche la linea difensiva del deputato Barani - che oggi sostiene di aver fatto solo una battaglia politica, e non personale, contro l'assessore alla sanità pro-tempore - appare ambivalente.
Maurizio PANIZ (PdL) preannunzia il voto convintamente favorevole del suo gruppo alla proposta del relatore.
La Giunta a maggioranza approva la proposta del deputato Cassinelli, conferendogli il mandato a predisporre la relazione scritta per l'Assemblea.
ALLEGATO
Onorevoli colleghi,
nella trattazione dei casi portati all'attenzione della Giunta mi sono sempre attenuto al rigoroso rispetto della regola costituzionale sull'applicazione dell'articolo 68, secondo l'interpretazione che ne ha dato costantemente la Consulta.
Alla luce di essa, preannunzio che voterò contro la proposta del relatore, perché non vi è riscontro né temporale né testuale, se non del tutto parziale, tra gli atti tipici parlamentari e le dichiarazioni offensive rilasciate dall'onorevole Barani, oltre il profilo della continenza.
Se si esamina con serenità la documentazione a nostra disposizione si capisce chiaramente che il deputato Barani ha assunto nei confronti del presidente Rossi un atteggiamento, per un verso, ondivago e ambiguo e, per l'altro, strumentale e scorretto.
Il comportamento ondivago emerge con nettezza in occasione dell'audizione dell'allora assessore Rossi il 17 novembre 2009 presso la Commissione d'inchiesta sugli errori sanitari.
In tale circostanza, il deputato Barani - che poi sosterrà che le responsabilità di Rossi erano evidenti sin da allora - si complimentò con Rossi per l'esauriente esposizione e per la qualità della sanità toscana, aspetto - quest'ultimo - che egli ha anche ribadito nella sua audizione qui - presso la Giunta.
L'unico diverbio che si ebbe in quell'occasione fu relativo a un implicito riferimento a vicende interne all'ASL 1 di Massa e Carrara, di cui Barani è dipendente in aspettativa.
Nel 2009 - quindi - sono assenti dagli atti parlamentari contenuti critici nei confronti di Rossi, analoghi a quelli che poi appariranno, un anno dopo, sugli organi di stampa.
Nell'interrogazione del 13 ottobre 2010, l'onorevole Barani s'interessa della situazione dell'ASL 1 di Massa e Carrara, a questo punto già commissariata da Rossi, nella sua nuova funzione di Presidente della Giunta regionale, ma senza che dall'atto ispettivo emergano i contenuti che pochi giorni dopo appariranno sui giornali. La sottosegretaria Martini risponderà il 14 ottobre all'interrogazione e Barani replicherà nella medesima seduta della Commissione Affari sociali. Neanche da questo dibattito emergono elementi illeciti attribuiti a Rossi.
A questo punto intervengono sui giornali le accuse di Barani a Rossi su come quest'ultimo avrebbe negletto la situazione finanziaria dell'ASL 1 di Massa e Carrara, di come egli avrebbe favorito assunzioni clientelari e di come avrebbe costruito un sistema basato su falsità contabili.
Si tratta di accuse specifiche, fattuali e determinate che, se non dimostrate, risultano penalmente illecite e fonte di responsabilità. Solo la vicenda relativa agli ospedali trova coincidenza di contenuto tra l'attività nella Commissione di inchiesta del 2009 e le successive accuse a mezzo stampa del 2010. Solo quella vicenda può considerarsi coperta dalla insindacabilità dell'articolo 68 della Costituzione, ma non le altre.
Solo successivamente, a partire dai lavori della Commissione d'inchiesta che ho prima citato del febbraio 2011, compaiono negli atti parlamentari rilievi critici mirati più specificamente al Presidente Rossi. E solo nella recentissima seduta del 15 febbraio 2012 di quella Commissione d'inchiesta, Barani deposita un testo di dichiarazione di voto con cui accusa apertamente Rossi di aver manipolato i bilanci della ASL.
Tutta l'operazione condotta presso la Commissione d'inchiesta sugli errori sanitari costituisce un paravento parlamentare tardivo per coprire una disputa che con le funzioni parlamentari non ha a che fare.
Come lo stesso Barani ha confermato nella sua audizione, egli è un medico ed è dipendente della ASL di Massa, conoscitore dell'ambiente e in rapporti con il precedente direttore generale Delvino, rispetto al quale il comportamento dell'onorevole Barani è stato ondivago ed è parso strumentale a seconda delle circostanze.
Certo è che l'articolo 68, primo comma, della Costituzione non può assisterlo in questa controversia. La giurisprudenza costituzionale è consolidata nel senso che l'atto intra-moenia deve pre-esistere a quello extra-moenia e deve avere contenuti sostanzialmente corrispondenti a esso (sentenze 10 e 11 del 2000 e 348 del 2004). Ci sono dei precedenti in tal senso nei quali mi sono pronunciato per l'inapplicabilità dell'insindacabilità.
Tra questi, proprio questa Giunta, nel caso del collega Zazzera, escluse che interrogazioni parlamentari - pur presentate sul caso dell'uccisione del consigliere provinciale di Lecce Basile, che non accusavano specificamente il sottosegretario Mantovano - potessero giovargli ai fini dell'insindacabilità. Ricordo che anche il gruppo del PdL votò in Giunta e in Assemblea per la sindacabilità.
Peraltro, lo stesso Barani nega ogni legame tra l'affare dell'ASL di Massa con la sua disputa con Rossi, quando durante l'audizione riconosce di non averne mai fatto il nome prima del febbraio 2012, proprio perché intendeva sollevare una questione politica e non personale.
Devo anche rappresentare che di recente e per l'ennesima volta - con la sentenza n. 39 del 2012 - la Corte costituzionale ha annullato una delibera assunta da questa Giunta nella legislatura in corso su un caso relativo all'allora deputato Gasparri, nei confronti del quale la Camera aveva generosamente deliberato per l'insindacabilità.
Ribadisco quindi il mio voto contrario.
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