Onorevoli Colleghi! - La Giunta riferisce su una domanda di autorizzazione a utilizzare intercettazioni di conversazioni del deputato Mario Landolfi, in carica al momento delle intercettazioni e al momento della domanda.
La domanda proviene dall'autorità giudiziaria di Napoli, la quale aveva tra l'altro proposto la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 6 della legge n. 140 del 2003. La questione è stata però dichiarata inammissibile con la sentenza n. 114 del 2010.
La Giunta ha esaminato l'incartamento nelle sedute del 16 marzo, 6, 13 e 19 aprile 2011. Nella prima delle predette sedute è stato ascoltato il collega Landolfi. Per completezza, se ne riportano in allegato, i resoconti.
Venendo ai fatti, l'inchiesta in corso riguarda - nel quadro ambientale, come ricostruito dalla magistratura - la ritenuta infiltrazione della criminalità organizzata (in specie il clan La Torre) nella zona di Mondragone.
Ciò sarebbe avvenuto, a livello imprenditoriale attraverso la società Eco4 spa (amministratori Sergio e Michele Orsi e, dal giugno 2004, presidente Giuseppe Valente); e nelle istituzioni locali attraverso il sindaco di Mondragone, Ugo Conte. Secondo l'ipotesi dell'accusa, assicurare la permanenza in carica di Ugo Conte quale sindaco di Mondragone risultava dunque importante ai fini della tutela di interessi camorristici; di qui gli interventi volti a garantire la continuità della maggioranza in suo sostegno nel consiglio comunale.
A tale maggioranza apparteneva Maria D'Agostino, a carico della quale si accertava tuttavia l'esistenza di cause di ineleggibilità. In luogo di una deliberazione di decadenza del consiglio comunale, si arrivò alle sue dimissioni il 24 marzo 2004. La D'Agostino era però stata eletta in una lista di opposizione, per poi passare alla maggioranza; il consigliere subentrante, presumibilmente, avrebbe fatto parte dell'opposizione. La maggioranza a sostegno di Ugo Conte sarebbe così venuta meno.
Il giorno successivo alle dimissioni di Maria D'Agostino, invece, si dimise anche un consigliere di minoranza, Massimo Romano; il suo subentrante, pur eletto in una lista di opposizione, scelse di transitare in un gruppo di maggioranza, lasciando così invariati gli equilibri politici nel Comune di Mondragone.
La coincidenza fra le dimissioni dei due consiglieri comunali, alla luce dell'attenzione già esistente da parte degli inquirenti nei confronti della Giunta Conte, portò ad aprire un'indagine ulteriore. Dalle intercettazioni degli interessati la magistratura evince che le dimissioni di Massimo Romano furono ottenute in cambio dell'assunzione di sua moglie Daniela Gnasso presso la società Eco4. Assunzione peraltro fittizia, pur se basata su regolare contratto, in quanto - sempre stando alle intercettazioni nonché alle acquisizioni documentali - la Gnasso non avrebbe mai effettivamente prestato servizio presso la società Eco4, pur se questa risulta averle corrisposto alcune mensilità di retribuzione.
Poiché tuttavia tali retribuzioni cominciarono presto a ritardare, una delle intercettazioni riguarda appunto le lamentele di Massimo Romano a tal proposito; egli prega il fratello di far sapere anche all'on. Landolfi che la sua situazione finanziaria inizia a essere preoccupante (conv. n. 212, non nel fascicolo cartaceo trasmesso perché liberamente utilizzabile).
Il «Mario» più volte nominato nelle conversazioni intercettate è apparso solo in seguito essere appunto Mario Landolfi. Tuttavia, solo in un'intercettazione ne viene espressamente menzionato il cognome.
In questo quadro, nei confronti del Landolfi viene elevata la contestazione di concorso in corruzione propria aggravata dal fine di favorire un'associazione di tipo camorristico; nonché quella di concorso in truffa per l'assunzione fittizia della Gnasso e di favoreggiamento personale di Valente, Orsi e Di Iorio i quali avevano a loro volta concorso nella medesima truffa.
Le conversazioni di Landolfi sono captate sui telefoni di Giuseppe Valente (6) e Massimo Romano (1).
Le intercettazioni sono ritenute rilevanti perché rivelerebbero la consapevolezza nel Landolfi della situazione che egli contribuiva a far maturare.
Si ricorda che la vicenda risulta parallela a quella dell'on. Cosentino, essendo comuni alle due inchieste molti dei protagonisti. Si ricorda altresì che Michele Orsi fu poi ucciso e che il Valente è stato poi condannato in primo grado a 5 anni e 4 mesi per la truffa aggravata e per la corruzione.
In ordine a tale quadro fattuale, l'opinione prevalente della Giunta per le autorizzazioni è che si tratti, per un verso, di un'ipotesi accusatoria frammentaria e malferma, giacché si viene a configurare la corruzione impropria e la truffa aggravata in relazione a dinamiche politiche consiliari, ciò che risulta assai problematico.
Per altro verso, dal punto di vista probatorio appare difficilmente sostenibile che poche telefonate, peraltro distanziate tra loro e ormai risalenti a un periodo tra i nove e i sette anni fa, siano indizio sufficiente per ascrivere al deputato Landolfi quella pressione e quell'interessamento in favore del clan La Torre sufficiente a integrare l'aggravante di cui all'articolo 7 della legge n. 203 del 1991.
Per questi motivi, a maggioranza, la Giunta propone all'Assemblea il diniego dell'autorizzazione.
On. Maurizio PANIZ,
relatore per la maggioranza
ALLEGATO 1
Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, propone di ascoltare il deputato interessato.
La Giunta concorda.
(Viene introdotto il deputato Mario Landolfi).
Mario LANDOLFI (PdL) si dichiara totalmente estraneo ai fatti addebitatigli. Sin da quando è stato eletto deputato nel 1994 ha praticato un'attività politico-parlamentare conforme alla sua formazione, di massimo rispetto della legalità. Per questo non avrebbe mai pensato di doversi difendere da accuse tanto infamanti quanto infondate. Rappresenta che l'indagine in corso non si basa su intercettazioni telefoniche, né su chiamate di correo, né, ancora, su testimonianze. Non v'è, in conclusione, alcun riscontro oggettivo sull'ipotesi accusatoria. Tanto basterebbe per ravvisare un intento persecutorio, che però lascia alla Giunta il compito di individuare.
(Il deputato Mario Landolfi si allontana dall'aula).
Maurizio PANIZ (PdL), relatore, nel depositare un testo scritto che mette a disposizione dei colleghi, specifica che si tratta di intercettazioni inconcludenti, risalenti fino al 2002, rispetto alla paternità delle quali gli inquirenti hanno impiegato anni di indagini. Tali indagini non hanno peraltro prodotto risultati concreti, talora risolvendosi in una indiretta captazione delle conversazioni del deputato, giacché erano sottoposti a controllo i telefoni dei suoi abituali interlocutori. Richiamatosi agli argomenti da lui adoperati nel caso dell'ex deputato Pecoraro Scanio, conclude per il diniego dell'autorizzazione richiesta.
Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
(Seguito dell'esame e rinvio).
Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, ricorda che il collega interessato è stato ascoltato nell'audizione del 16 marzo 2011 e che il relatore Paniz ha proposto il diniego dell'autorizzazione richiesta. Poiché la seduta dell'Assemblea inizierà tra breve, crede che - per consentire a tutti i colleghi che lo desiderino di intervenire - sia opportuno rinviare il seguito dell'esame.
Maurizio PANIZ (PdL), relatore, non si opporrà al rinvio ma sottolinea che a suo avviso vi sono le condizioni per deliberare.
Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, rinvia il seguito ad altra seduta.
(Seguito dell'esame e rinvio).
Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, prega i colleghi che lo desiderino di intervenire per dichiarare il loro voto sulla proposta di diniego avanzata dal relatore nella seduta del 16 marzo 2011.
Federico PALOMBA (IdV), in ragione della seduta notturna dell'Assemblea svoltasi ieri, non ha potuto preparare il suo intervento. Chiede quindi che il seguito dell'esame sia rinviato.
Francesco Paolo SISTO (PdL) si dichiara contrario alla richiesta del collega Palomba.
Maurizio PANIZ (PdL), relatore, è anch'egli contrario a un rinvio, ritenendo sufficientemente sviscerata la questione in titolo.
Marilena SAMPERI (PD) aderisce alla richiesta del collega Palomba.
Fulvio FOLLEGOT (LNP), valutate le circostanze, non si oppone al rinvio richiesto.
Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, accoglierà la richiesta di rinvio del collega Palomba ma rimarca la necessità di concludere l'esame della domanda in discussione, che è stata deferita alla Giunta ormai quasi quattro mesi fa. Propone quindi che il voto sulla proposta del relatore si tenga, senza possibilità di ulteriori rinvii, il prossimo 20 aprile.
(Così rimane stabilito).
(Seguito dell'esame e conclusione).
Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, rammenta che si era concordato di concludere oggi l'esame della domanda in titolo. Ricorda altresì che il relatore Paniz aveva proposto il diniego dell'autorizzazione richiesta.
Federico PALOMBA (IdV) dichiara il suo voto contrario alla proposta del relatore e quindi si esprime per la piena utilizzabilità delle intercettazioni stesse. Il collega Landolfi si è del resto rimesso prudentemente al giudizio della Giunta e non ha insistito sulla sussistenza di un fumus persecutionis, limitandosi a rimetterne la verifica alla Giunta medesima. Osserva anzi che dai giornali della settimana scorsa risulta che egli avrebbe persino chiesto che la Giunta proponga la concessione. Di qui la sua sorpresa per l'insistenza del relatore nella sua proposta di diniego. Non ha peraltro smentito l'assunto accusatorio per cui l'on. Landolfi sarebbe stato in contatto costante con il sindaco di Mondragone Ugo Conte e che, d'intesa con questo, avrebbe manovrato le progressive modifiche nella composizione del consiglio comunale. Non può sottacersi che l'inchiesta sul collega Landolfi lambisce elementi del caso dell'on. Cosentino, che come tutti ricordano è di estrema gravità. Ricorda infatti che nel 2010 il presidente del consorzio Eco4 Giuseppe Valente è stato condannato per fatti aggravati dalla circostanza delle modalità camorristiche e che sullo sfondo di queste relazioni opache tra politica e affari si è persino consumato un omicidio, quello di Michele Orsi. Al riguardo, si rifà ai contenuti delle relazioni di minoranza sulla domanda di arresto di Nicola Cosentino presentate sia da lui sia dai colleghi Samperi e Mantini. Gli sembra di poter dire che nella zona di Mondragone la trasparenza amministrativa e la libera concorrenza sul mercato siano concetti del tutto sconosciuti. Il giudizio sul caso del deputato Landolfi costituirebbe elemento di chiarezza e segno di una presenza dello Stato proba ed efficiente. C'è da notare che in una delle intercettazioni (quella del 6 luglio 2002) egli si esprime in termini offensivi sul deputato Lorenzo Diana, notoriamente oggetto di minacce camorristiche.
Conclude pertanto nel senso della concessione dell'autorizzazione e, in caso di approvazione della proposta del relatore, preannunzia la presentazione di una relazione di minoranza.
Armando DIONISI (UdC) dichiara la sua astensione, motivata dal tempo trascorso dalle intercettazioni e dal fatto che esse ineriscono essenzialmente a dinamiche politiche interne al consiglio comunale di Mondragone.
Marilena SAMPERI (PD) esprime anzitutto solidarietà al Presidente Castagnetti, oggetto nei giorni passati di scomposte critiche relative ai tempi di trattazione e votazione della domanda in titolo. Il rinvio occorso nella scorsa seduta fu concesso dal Presidente su domanda dei gruppi parlamentari, tra cui il suo. Gli ribadisce pertanto pieno sostegno a nome del gruppo del Partito Democratico. Quanto alla proposta del relatore Paniz, se ne dichiara molto sorpresa, giacché il collega Landolfi ha affermato, in un'intervista al Tempo, di voler assolutamente affrontare il giudizio. Non comprende per quale motivo la Giunta si voglia accanire nei suoi confronti e insistere nel denegargli la possibilità di dimostrare l'irrilevanza e la inconcludenza delle intercettazioni che lo riguardano. Conclude nel senso della concessione dell'autorizzazione e, per il caso di approvazione della proposta del relatore, preannunzia il deposito di una relazione di minoranza.
Pierluigi CASTAGNETTI, Presidente, ringrazia la collega Samperi delle espressioni di solidarietà testé ascoltate. Sottolinea che, in effetti, più che la frustrazione del collega Landolfi, lo hanno amareggiato gli interventi sulla stampa di deputati non componenti la Giunta, verosimilmente digiuni di conoscenze sui meccanismi che ne regolano i lavori. Nondimeno, come tutti gli uomini politici, sa di essere sempre esposto a legittime critiche.
Maurizio PANIZ (PdL), relatore, esprime anch'egli solidarietà sua personale e del gruppo che rappresenta al Presidente.
Luca Rodolfo PAOLINI (LNP) e Pierluigi MANTINI (UdC) si associano.
Federico PALOMBA (IdV) si associa anch'egli, non senza ricordare di essere stato lui stesso a proporre nella precedente seduta un rinvio dell'esame.
La Giunta, a maggioranza, approva la proposta del relatore, conferendogli il mandato di predisporre la relazione scritta per l'Assemblea.
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